Combustibile

Combustibile

Come combustibile si usa il legno di ogni genere. La preferenza andrebbe ai legni duri stagionati almeno 2 anni, mentre sarebbero da evitare i legni resinosi (pino, larice e aghiformi in genere), la cui elevata percentuale di resina non riesce a bruciare completamente (per specifici fenomeni chimici nel complesso e articolato processo della combustione), e quindi esce nella massa dei fumi di scarico per poi condensare aderendo progressivamente alle superfici dei condotti, rendendo difficoltoso anche il regolare intervento di pulizia dei canali da fumo e della canna fumaria, favorendo altresì l'incendio dei depositi di fuliggine e di creosoto con gravi rischi per l'edificio qualora i condotti fumo e il camino non fossero fatti a regola d'arte (materiali resistenti agli incendi, coibentazione termica, distanze da materiali combustibili, mancanza di adeguati isolanti ignifughi, mancata proporzione geometrica tra le parti, ecc.).

Si ricorda, che affinché avvenga la combustione del legno, è necessaria una grande quantità di aria (il comburente) senza la quale la combustione stessa non potrà mai avvenire. Oltre al legno le moderne tecniche consentono di utilizzare altri tipi di combustibili, come il gas, il pellet, il bioetanolo. In particolare i camini a gas risultano essere molto comodi poiché gestiti totalmente con telecomando e poiché, in alcuni casi, la canna fumaria può uscire a parete, consentendone l'installazione anche in appartamenti ed in città ed in genere in ogni dimora, evitando il problema di dover gestire fisicamente il combustibile.

In generale il camino standard a camera aperta, sebbene architetturalmente elegante, ha una efficienza di riscaldamento più bassa rispetto ai camini a camera chiusa e alle stufe in quanto gran parte del calore prodotto (fino al 70%) si disperde nella canna fumaria ed espulso per convezione ovvero per effetto camino, mentre di per sé tende a riscaldare l'ambiente quasi unicamente per irraggiamento termico. D'altro canto, se ben progettato, offre una maggiore sicurezza nell'evacuazione dei fumi almeno rispetto alle stufe a legna convenzionali.

Negli ultimi anni per aumentare l'efficienza nel riscaldamento è stato inventato il termocamino e il camino a pellet, una vera e propria stufa a fuoco continuo e costante, simile ad un caminetto chiuso, con un serbatoio che contiene il pellet che, convogliato da un meccanismo a vite senza fine, arriva con regolarità nel braciere per bruciare e produrre calore. L'effetto visivo di questo tipo di fuoco è sensibilmente diverso da quello scoppiettante a legna, pertanto non è da tutti gradito.

Una tecnologia per il riscaldamento ecologico è il biocamino, che funziona con il bioetanolo, un combustibile liquido ecologico, sicuro e non tossico. Il biocamino inoltre non necessita della canna fumaria.

Al pari degli elettrodomestici di ultima generazione, come forni a microonde e lavatrici, anche i termocamini a pellet, perlomeno i modelli più sofisticati, sono gestiti da un microprocessore; pertanto, disponendo di una linea telefonica, è possibile accenderli anche a distanza con una chiamata telefonica.

Per la corretta installazione di un camino, come anche di stufe e barbecue con potenza inferiore a 35 kW, può essere utile visionare le normative di legge contenute nella UNI 10638 pubblicata nel 1998 e sottoposta a revisione nel novembre 2005 (comunque non obbligatorie). Oltre a fornire indicazioni sui materiali più adatti da impiegare, indica le caratteristiche dimensionali del condotto di dispersione dei fumi e della presa d'aria esterna al locale, indispensabile per la sicurezza, ma soprattutto per il buon funzionamento del camino.