Il Camino

Il camino, detto anche fuoco o caminetto, è stato praticamente il primo metodo di riscaldamento di un'abitazione. In qualsiasi castello, rocca o abitazione del passato è ancora possibile trovarne uno in ogni stanza. L'alimentazione del camino avviene normalmente mediante legna. La parola "camino" viene comunemente usata anche per identificare la canna fumaria nonché l'effetto tiraggio della stessa detto anche effetto camino

Viene realizzato in moltissime dimensioni e grandezze, con forme e materiali diversi. Sono costruiti in una parete o in angolo della stanza, dove vi è una canna fumaria, necessaria a convogliare il fumo prodotto dalla combustione, alla parte superiore terminale di uscita del camino: questo sistema fu inventato dai Normanni in quanto fino ad allora il fuoco veniva fatto bruciare all'interno delle abitazioni in un'apposita stanza, ad esempio l'atrio (da ater, annerito). Attualmente, la tecnologia del camino proposta da innumerevoli produttori internazionali, offre soluzioni già pronte, sia per il camino a camera aperta, sia a camera chiusa.

Il camino può assumere anche una particolare valenza artistica e architettonica sia nella sua parte terminale come nell'esempio del Palazzo delle Contesse di Mel, sia all'interno dei locali che lo ospitano. Dal XIII secolo si realizzarono dapprima in Francia e poi in Spagna camini con valenza artistica che raggiunsero apici di qualità con il camino di Faenza attribuito a Donatello

Camino a camera aperta

Questo è il camino tradizionale come lo si vede in ogni film o su ogni pubblicazione storica. Il fronte del focolare, o braciere, è aperto verso il locale da riscaldare, libero di diffondere direttamente il calore della fiamma nel locale, principalmente per irraggiamento termico. Il funzionamento è del tutto simile ai caminetti in uso da sempre, salvo accorgimenti tecnici volti ad ottenere la massima efficienza, ovvero convogliare più calore possibile nell'ambiente, limitando al minimo quello che se ne fuoriesce dal comignolo esterno; questo obiettivo si ottiene sia con accurati calcoli nel dimensionamento della bocca del focolare, della canna di scarico, del comignolo e della presa d'aria, sia adottando specifici materiali termici riflettenti e/o isolanti. Il rendimento rimane comunque inferiore ad una stufa a legna.

Il camino aperto tradizionale può dirsi funzionante quando vi si ha il "tiraggio", ossia quando evacua senza problemi i fumi che si producono durante la combustione. Il buon funzionamento dipende da precise leggi fisiche; non attenendosi a queste nella costruzione si rischia di comprometterne il funzionamento: sono molto frequenti i casi in cui un caminetto non può essere acceso, in quanto le irrespirabili esalazioni invadono la stanza che ospita il manufatto. In particolare un camino a camera aperta necessita di una grande quantità di aria comburente, aria che è necessario fornire con una adeguata presa collegata con l'esterno (e mai dentro il locale stesso). Ricercando su Internet esistono alcune, poche, pubblicazioni che aiutano a costruire caminetti funzionanti, dimensionando in maniera corretta i vari elementi che compongono tale elemento architettonico.

Camino a camera chiusa

Si tratta del moderno termocamino. Il focolare non è a diretto contatto con l'ambiente ma è separato da uno schermo in vetro. Questa tecnologia risulta più costosa del camino aperto ma offre diversi vantaggi. Il braciere è contenuto all'interno di un monoblocco prefabbricato di forma rettangolare o quadrata, la cui struttura è generalmente composta da ghisa, lamiera di ferro, ed eventuali inserti in materiale refrattario. Il fronte della fiamma è schermato verso l'ambiente da un portello in vetro.

La diffusione del calore nell'ambiente avviene in due modi distinti: irraggiamento diretto e convezione. I vantaggi di questa tipologia consistono in un maggior rendimento, maggiore autonomia e minore manutenzione. L'elevata efficienza di questa tecnologia permette di riscaldare anche altre stanze oltre quella in cui è installato il camino, il trasferimento dell'aria calda è affidato a semplici tubi di diametro appropriato; se l'impianto è fatto a regola d'arte, il lento moto convettivo dell'aria, che si genera negli ambienti, è sufficiente a mantenerli alla temperatura ottimale; nel caso il moto convettivo non sia sufficiente, è possibile forzare il ricircolo dell'aria tramite apposite ventole elettriche. L'impiego di ventole in un impianto a camino comporta un notevole aumento della polvere presente nell'ambiente, peraltro ha il vantaggio di raggiungere in un tempo più breve la temperatura voluta; solitamente i costruttori forniscono le ventole come kit opzionale. L'evoluzione raggiunta dalla tecnologia del camino chiuso, tendente al massimo rendimento, ne agevola anche la gestione, offrendo un'autonomia di carica che arriva a oltre 8 ore, intervallo della rimozione della cenere diradato a 7-10 giorni, intervalli della pulizia del vetro anteriore molto allungati.

Entrambe le tipologie sono fornite interamente prefabbricate, agevolando in tal modo il posizionamento nel locale, con interventi sulle opere murarie ridotti al minimo. I produttori offrono anche un'ampia scelta di elementi accessori di arredo, sia nei materiali che nello stile architettonico.